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Come ho trasformato la mia passione nel mio lavoro: dall'oratorio all'Europa League

Immagine del redattore: alessandro.recentialessandro.recenti

Alessandro Recenti


Per molti dovevo essere un “allenatore normale”.

Allenare nel mio paese, senza ambizioni.

“Alleni all’oratorio, non fare il fenomeno”

Ma avere ambizione, oltre che la passione, era fare il fenomeno?


Del resto chi condivide con qualcuno che ha un obiettivo, anche se grande, verrà sempre giudicato.

Così iniziai a seguire solo il mio obiettivo.


Iniziai a studiare, aggiornarmi, chiedere ad allenatori che da anni erano in panchina.



Iniziare a partecipare ad eventi di formazione, fare domande.


Chiamavo anche allenatori professionisti (qualcuno pure di squadre importanti) per chiedere consigli.


Mi colpiva la loro disponibilità.


Mi dicevo: “Se un giorno dovessi avere competenze da condividere vorrei essere così disponibile con chi mi vorrà ascoltare”.


Pensai allora che dovevo seguire la mia strada.


Chiudere le orecchie e aprire la mente.

Supportato da Sara e dalla mia famiglia.


Ogni squadra allenata fu un’occasione per migliorare e conoscere nuove persone.


Un mix di esperienze che mi ha permesso di viaggiare l’Europa allenando.


Svizzera, Albania, Ungheria.


Lugano, Sion, Tirana, Budapest.


Queste alcune delle città in cui ho abitato allenando.

“Non fare il fenomeno”. Ogni tanto me lo ricordo ancora.


Nel frattempo ho fatto il vice a due allenatori come Paolo Tramezzani e Beppe Sannino in Serie A.


Ho avuto la fortuna di allenare giocatori come Federico Dimarco, Davide Lanzafame, Robert Acquafresca e Gaetano Berardi tra i tanti.


La possibilità di gestire 6 partite come allenatore in Serie A.


Vivere quella che era la mia passione

Tutto questo l’avrei mai potuto fare senza Sara.

Moglie, guida, tutto.


Mi ha sempre detto solo di fare tutto nel migliore dei modi.


Abbiamo fondato la community di Coaches.


Abbiamo unito il piacere di stare insieme alla nostra passione: il calcio.


Non vi nascondo che all’inizio in pochi ci avrebbero creduto.


Sicuramente eravamo in due: io e Sara.


Abbiamo raggiunto traguardi insperati.

Il più importante di tutti?


Seguire quello che dentro di noi sentivamo fosse la nostra strada.


Segui i tuoi obiettivi, diventa l'allenatore che vuoi essere.

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