top of page

Allenatore, vice allenatore, match analyst e ... giornalista.

  • Immagine del redattore: Blog Coaches!
    Blog Coaches!
  • 12 mag
  • Tempo di lettura: 3 min

Daniele Mayer


Ci siamo conosciuti al Coaches!World due anni fa quando eri un giovane primo allenatore, ma con le idee chiare. quale è stato il tuo passaggio mentale, di comportamento e rapporto tra primo allenatore a vice allenatore di una Juniores Nazionale?


Quest’anno, come hai detto, ho scelto di ricoprire il ruolo di vice allenatore dopo tanti anni in cui sono stato sempre primo allenatore, e l’ho fatto ponendomi come primo obbiettivo quello di essere a completa disposizione dell’allenatore con cui avrei lavorato. Inizialmente non è stato facilissimo calarmi nella parte perché appunto è servito un passaggio mentale per farlo. Non sarei stato più il leader dello staff e della squadra e non avrei più preso le decisioni e fatto le scelte in prima persona, ma è stato ugualmente stimolante. Mi stavo calando in una realtà completamente nuova, di spessore diverso da dove provenivo e stavo per interfacciarmi con persone con un’esperienza molto diversa dalla mia e anche ben più ampia, tutti fattori che hanno facilitato la presa coscienza del ruolo che sarei andato a ricoprire. Ho cercato sin da subito di capire cosa volesse l’allenatore da me e come volesse che mi comportassi con i ragazzi e con il resto dello staff per poter essere pronto a risolvere e ad adempiere a quelli che erano i miei compiti; il confronto e lo scambio di idee (una cosa a cui ero poco abituato, devo ammettere) sono stati costanti per tutto il corso dell’anno e hanno svariato tanto dalle questioni tecnico - tattiche quanto alla gestione del gruppo e non solo, un arricchimento reciproco che per quanto mi riguarda è stato il valore aggiunto della stagione, indipendentemente da quello che è stato poi il risultato sportivo. Insomma, calarsi nella parte non è stato semplice dall’inizio ma poi una volta capiti i meccanismi e una volta avendo inspessito la relazione con l’allenatore e lo staff sono riuscito anche a capire quanto siano preziose tutte le componenti che collaborano con l’allenatore, un aspetto che prima non avevo ben chiaro e che il livello di dove mi trovavo mi ha aiutato a comprendere, questo è stato un insegnamento molto importante per il futuro. Per il resto, ritengo che in campo il calcio sia calcio, e se uno vuole fare le cose fatte bene queste valgano dalla Terza Categoria ai professionisti, questa dinamica è rimasta dalla stessa, tanto nel cambio di ruolo quanto in quello categoria.


Hai da poco ottenuto la qualifica come Match Analyst. Che tipo di miglioramento può portare ad una squadra un allenatore anche con questa qualifica?


La figura del Match Analyst sta diventando sempre più importante perché, brevemente, gli staff degli allenatori si stanno arricchendo di figure con competenze diverse (preparatori, mental coach, nutrizionisti ecc..), il match analyst è una di queste e ritengo che debba avere in qualche modo anche un retaggio da allenatore. Nello specifico, un allenatore che è anche match analyst è un valore aggiunto non solo perché racchiude due figure in una ma perché ha competenze trasversali che abbracciano il campo e la scrivania, riuscendo a coordinare in prima persona il lavoro da fare negli allenamenti all’analisi da fare a video (che sia della propria squadra o degli avversari) senza trascurare la capacita di leggere i dati e saperli analizzare per gli interessi personali. Un allenatore in prima, o in seconda o collaboratore che sia che abbia anche la qualifica di match analyst è il ponte perfetto tra lo studio del campo e lo studio a tavolino.


Hai partecipato a due edizioni del Coaches!World.Cosa ti ha dato in termini di miglioramento?


Le due edizioni del Coaches!World a cui ho partecipato mi hanno fatto capire in primis quanto sia importante lo studio e l’aggiornamento quotidiani. Interfacciarsi con allenatori professionisti, ascoltare le loro esperienze ma anche e sopratutto i loro metodi di lavori sono dei valori aggiunti non trascurabili che possono insegnare ed ispirare, e quanto meno con me lo hanno fatto. Inoltre, il confronto con tutti gli altri allenatori presenti e lo scambio idee sono anch’essi due aspetti molto importanti che mi hanno aiutato a riflettere sulla figura dell’allenatore e non solo.

Comments


Partnership

Sponsorship

  • Facebook
  • Twitter
  • LinkedIn

©2022 Coaches di Volpi Sara - P.Iva: IT 04574850162 - Privacy Policy

bottom of page