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Calci di punizione: come è cambiato il modo di interpretare questa palla inattiva?

  • Immagine del redattore: Alessandro  Moppi
    Alessandro Moppi
  • 23 set
  • Tempo di lettura: 5 min

Nel calcio, i calci di punizione rappresentano momenti chiave che possono cambiare l’inerzia di una partita. Sebbene siano presenti da sempre, l'approccio difensivo a queste situazioni è cambiato notevolmente nel corso degli ultimi trent’anni.


Dai primi anni '90 fino ad oggi, l'evoluzione tattica, atletica e tecnologica del gioco ha influenzato profondamente il modo in cui le squadre si organizzano per difendere sia i calci di punizione laterali che quelli centrali.


L’analisi si divide in due sezioni principali: una dedicata ai calci di punizione centrali e l’altra a quelli laterali, con riferimento alle differenze tra il calcio degli anni ’90 e quello moderno, fino ad arrivare ai giorni nostri.



Calci di punizione centrali: ieri e oggi


Atteggiamento difensivo anni ’90

Negli anni ’90, i calci di punizione centrali rappresentavano una minaccia soprattutto per la potenza e la precisione dei tiratori.


Giocatori come Roberto Baggio, Michel Platini (fine anni '80), Roberto Carlos, Ronald Koeman, Diego Armando Maradona, David Beckham, Branco, Juninho Pernambucano, Del Piero, Recoba e Siniša Mihajlović, solo per citarne alcuni, erano capaci di calciare con grande efficacia da 20-30 metri, qualcuno anche da più lontano. 


Le squadre tendevano a:

  • Formare una barriera compatta, composta da 3 a 5 giocatori.

  • Difendere il palo lontano con il portiere, affidando quello più vicino alla barriera.

  • Mantenere la barriera statica, con limitate variazioni sulla posizione o il salto.


La lettura del calcio piazzato era molto più semplice: pochi movimenti, meno preparazione video-analitica, e un’interpretazione spesso affidata all’istinto e all’esperienza del portiere e dei difensori.


Atteggiamento difensivo moderno

Circa una quindicina di anni fa l’approccio è radicalmente cambiato. Il calcio è diventato più scientifico, e anche i calci piazzati vengono preparati nei minimi dettagli, sfruttando dati, statistiche e video.


Le difese moderne:

  • Utilizzano un uomo sdraiato dietro la barriera, chiamato il “coccodrillo”, per evitare che il tiratore faccia passare la palla sotto la barriera in caso di salto di quest’ultima.

  • Adattano la barriera all’angolazione e al piede del tiratore, modificando numero di uomini e posizione.

  • Utilizzano uomini di copertura sulle ribattute, per evitare seconde palle pericolose.

  • Studiano movimenti ingannevoli del tiratore, per anticipare curve o traiettorie. 

Inoltre, grazie alla tecnologia VAR e alle comunicazioni tra arbitri e squadre, si è fatta più attenzione anche a falli di mano in barriera, posizione del pallone e del punto di battuta effettivo.



Esempio contemporaneo

Le squadre avversarie oggi piazzano barriere miste, con giocatori alti per coprire i tiri sopra e altri bassi per proteggere la base. I portieri studiano statistiche di tiro e zone preferite del tiratore, cosa quasi assente nel calcio anni ’90.


    

calcio di punizione


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Calci di punizione laterali: differenze difensive


Atteggiamento difensivo anni ’90

Negli anni ’90, i calci di punizione laterali (cross da zone ampie del campo) erano affrontati con:

  • Marcature prevalentemente a uomo, con difensori che seguivano il proprio avversario ovunque.

  • Linea difensiva profonda, spesso dentro l’area piccola; si preferiva andare incontro alla palla correndo avanti per colpire la palla e allontanarla dall’area di rigore

  • Portiere molto reattivo, che usciva con coraggio per intercettare il cross.


Le squadre lasciavano pochi uomini fuori area, il che facilitava le seconde palle per l’attacco.


L’idea era quella di marcare e saltare più alto dell’avversario, affidandosi a doti fisiche e all’istinto.


I blocchi e le schermature offensive erano meno studiati. Gli attaccanti cercavano il duello aereo, mentre la difesa si affidava all’individualità dei propri marcatori.




Atteggiamento difensivo moderno

Nel calcio moderno, i calci di punizione laterali sono considerati delle vere e proprie situazioni di palla inattiva offensiva preparata, quindi la difesa deve rispondere con uno schema altrettanto preparato.


Le squadre difendono con:

  • Marcatura mista: metà zona e metà uomo.

  • Linee alte: per forzare il fuorigioco e rendere difficile il tempismo del cross, ma i difensori sono costretti a correre verso la propria porta e fare una torsione per allontare la palla.

  • Studio dettagliato dei blocchi offensivi: molte squadre usano “blocchi illegali” per liberare i saltatori, quindi, le difese si preparano a contrastarli.

Un altro aspetto nuovo è l'utilizzo dei cosiddetti:

  • Set-piece coaches (allenatori di palle inattive), ora presenti in molte squadre professionistiche.

  • Tecnologia e dati nella difesa moderna: un aspetto cruciale è l’influenza dell’analisi dati.


    Le squadre moderne utilizzano software per:

    • Analizzare i pattern di cross degli avversari.

    • Conoscere le zone preferite dai battitori.

    • Preparare situazioni simulate in allenamento.


Questi strumenti permettono un livello di reazione molto più efficace e personalizzato, rispetto agli approcci più generici del passato.



Portieri: cambiamento nell’interpretazione


Il ruolo del portiere è cambiato radicalmente:

  • Anni ’90: portieri più statici, chiamati a reagire piuttosto che prevedere.

  • Oggi: molti portieri sono allenati anche nella lettura anticipata, nel posizionamento dinamico e nella partecipazione attiva alle palle inattive (es. guida della barriera, comando della linea difensiva, ma anche pronti a uscire visto il molto spazio che c’è fra la linea difensiva e la porta).



Evoluzione atletica e organizzativa


Fisicità e altezza

Le difese moderne sono mediamente più alte, più atletiche e più strutturate. I difensori degli anni ’90 erano magari tecnicamente più forti, ma oggi ogni squadra seleziona i propri centrali difensivi anche per la loro efficacia difensiva sulle palle inattive.


Comunicazione e leadership

Un altro aspetto fondamentale è la comunicazione difensiva:

  • Anni ’90: il “libero” o il leader della difesa dettava la linea, anche con l’aiuto del portiere.

  • Oggi: ci sono segnali condivisi, codici visivi, e una responsabilità collettiva nella gestione della palla inattiva.


Implicazioni tattiche e strategiche

Le punizioni laterali e centrali oggi sono azioni codificate, spesso provate in allenamento alla stregua di schemi d’attacco. Questo ha obbligato le difese a:

  • Diversificare i sistemi di marcatura.

  • Studiare i singoli avversari.

  • Adattare in tempo reale le disposizioni, anche con l’ausilio della tecnologia.

Al contrario, trent’anni fa la preparazione tattica sulle palle inattive era ridotta. Si faceva affidamento su doti individuali, esperienza e una marcatura a uomo che lasciava ampio spazio all’interpretazione soggettiva.


calcio di punizione

    


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Conclusione

In sintesi, l’atteggiamento difensivo sui calci di punizione, sia centrali che laterali, si è evoluto enormemente negli ultimi 30 anni.


Siamo passati da un calcio in cui l’improvvisazione e l’istinto avevano un ruolo centrale, a uno in cui l’organizzazione, l’analisi dati e la preparazione specifica hanno trasformato le palle inattive in vere e proprie fasi di gioco strategiche. 


Per quanto riguarda le punizioni dirette, il compianto Mihajlovic, in un’intervista di qualche anno fa, disse che oggi non si segna più tanto su punizione diretta perché i giocatori non si allenano più tanto su questo fondamentale come faceva lui o altri colleghi, oggi si pensa ad un approccio più globale e schematico che individuale e di inventiva. 


Questa evoluzione ha reso il calcio forse più complesso, in cui ogni dettaglio può fare la differenza.


Difendere una punizione oggi richiede non solo qualità atletiche, ma anche intelligenza tattica, preparazione e collaborazione collettiva.


E se è vero che un calcio piazzato può ancora decidere una partita, oggi più che mai lo fa in un contesto dove nulla è lasciato al caso.

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