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Guida alla tattica individuale nel calcio giovanile

  • Immagine del redattore: Alessandro  Moppi
    Alessandro Moppi
  • 7 giorni fa
  • Tempo di lettura: 19 min

La tattica individuale, definita dal Centro Tecnico Federale di Coverciano, è l’insieme dei comportamenti e degli atteggiamenti attraverso cui la prestazione del giocatore risulta utile ed economica.


In questo articolo vedremo come allenarla con esercitazioni e proposte.



La protezione palla: iniziamo ad approfondire la tattica individuale


Iniziamo questa guida parlando della protezione palla: 


La protezione palla, come l’ha definita Stefano Bonaccorso (Responsabile Tecnico della preagonistica dell’Atalanta e docente del Settore Tecnico FIGC), è “Un’abilità tattica individuale che si concretizza nel saper dominare la palla, proteggerla, mantenerne il possesso in presenza di uno o più avversari”. 


Forse in passato era una skill che veniva attribuita principalmente al centravanti, che doveva tener palla e far salire la squadra, e che doveva spesso lottare con uno o più avversari.


Nel calcio di oggi, più fisico, aggressivo e in cui va per la maggiore il pressing alto e il gioco uomo contro uomo, è un’abilità che sicuramente devono possedere tutti i giocatori, difensori, centrocampisti e attaccanti. 


Se pensiamo a questa abilità durante lo svolgimento del gioco si ha quando un difensore protegge l’uscita del portiere o una palla che esce, un centrocampista protegge la palla dalla pressione di un avversario e l’attaccante la protegge per far salire la squadra, per fare la sponda ad un compagno o per preparare un tiro.


Ma con i nostri giovani atleti la alleniamo?


Vediamo quali sono i “concetti” fondamentali e quindi cosa migliorare per effettuare una corretta esecuzione della protezione palla:


  1. Sapere usare il corpo come uno “scudo”: importante il ruolo delle braccia, che devono far sentire il contatto con l’avversario, e delle gambe che devono fungere da stabilizzatori e colonne per non farsi spostare

  2. Ricevere la palla col piede lontano dall’avversario (l’altro lato del corpo aiuta nella protezione); importante ricevere con una postura antero-posteriore e non parallela all’avversario

  3. Controllo lontano dal difensore: per avere palla coperta e difesa

  4. Tempistica: è importante acquisire la giusta postura prima di ricevere la palla e mantenerla anche dopo averla ricevuta proprio per favorire la protezione della palla



Io personalmente nel settore giovanile, come per qualsiasi altra proposta di allenamento tecnico-tattica, cerco di proporre giochi, esercitazioni, situazioni e partite a tema, riferite a quello che voglio allenare, in ogni fase dell’allenamento. 

Andiamo a vedere alcune proposte:


Attivazione: come detto in precedenza, quando decido di dedicare un allenamento ad un tema tecnico o tattico, anche se strettamente individuale, cerco sin dall’attivazione di lavorare su quanto prefissato. 


Per quanto riguarda la protezione palla, un gioco che mi piace molto proporre, quando ho la struttura adatta, è una partita o un torneo a 3 o più squadre di basket.


Infatti, se analizziamo i movimenti che ci sono nel basket, pur giocando con le mani, si va molto a dover affrontare l’avversario dorsalmente. Essendo anche un fautore dei giochi polifunzionali, ritengo l’attivazione con partita di basket, oltre che divertente, utile per iniziare a lavorare sulla protezione della palla.


In alternativa, se uno non dispone di un campo o un canestro da basket, si potrebbe proporre una partita di pallamano. 


Nell’immagine 1 una lotta corpo a corpo nel basket e nel calcio, in cui ruolo fondamentale ce l’ha il corretto uso del corpo. 


  

Per chi preferisce unire un’attivazione più da un lato strettamente tecnico calcistico ne proponiamo un esempio nell’immagine sotto: 




Attivazione didattica per protezione palla



Nella figura A, il giocatore giallo passa la palla al rosso, che deve posizionarsi con la giusta postura, controllare la palla con il piede corretto e iniziare a sentire l'avversario, usando principalmente le braccia, per tenerlo lontano.


In questo caso l'avversario è rappresentato da una sagoma, proprio per facilitare, all'inizio la presa di coscienza del corpo e di come controllare la palla rispetto all'avversario che in questo caso è passivo. 

Varianti: il controllo della palla, e quindi il passaggio, può essere rasoterra, al volo, con palla che rimbalza, ecc.; importante è far lavorare il giocatore con entrambe le parti del corpo. 


Nella figura B, invece, si eseguono le stesse cose ma l'avversario alle spalle del giocatore rosso è umano, ma sempre passivo, quindi permetterà la gestualità all'attaccante rosso, ma inizierà a far sentire il contrasto e la marcatura sul corpo dello stesso attaccante.


Per i più piccoli possiamo proporre il classico rubapalloni, in cui in uno spazio delimitato, ci sono tutti i giocatori all’interno e ognuno con un pallone, tranne uno che al via dell’allenatore deve cercare di rubare il pallone e buttarlo fuori a tutti gli altri.


Analitico-situazionale


In questa proposta ci sono 4 stazioni di 1vs1 con obiettivi diversi. 


A) il giocatore rosso difende la palla al piede, cercando di non farsela rubare dal giocatore blu né di farla uscire dal quadrato

B) Il difensore blu ha una fitball (palla gigante da palestra) con cui colpisce sul dorso l'attaccante blu che deve difendersi cercando di non farsi spostare troppo e di non cadere, usando braccia e gambe come protezione e sostegno

C) i due giocatori, rosso e blu, sono in posizione di semi-squat schiena contro schiena e devono cercare di spingere l'avversario verso la linea bianca opposta

D) l'attaccante rosso deve difendere la palla, posta su un segnaspazio, dal difensore blu, che deve solo provare a toccarla


Ogni 30'' far scalare un giocatore nel campo accanto e quello che rimane svolge il ruolo opposto a quello che faceva nei 30'' secondi precedenti. 


Il tempo può variare in base alla categoria e anche all’obiettivo, soprattutto per le categorie più grandi, visto che può considerarsi un “piccolo” lavoro di forza a carico naturale.



Situazionale


1vs1 e 2vs2 dopo protezione dorsale


In questa esercitazione situazionale (immagine 4), l'attaccante rosso e il difensore blu partono dai lati della portina, l'attaccante rosso riceve la palla dall'altro attaccante giallo.


Se la protegge per 3'' può cercare di girarsi e andare a segnare nella portina. Se il difensore recupera palla può segnare la meta nelle portine rosse dalla parte opposta del campo. 


Dopo ogni turno cambiare le posizioni dei giocatori, da 1 si passa a 2, da 2 a 3, da 3 a 1. 


Varianti: 

- Il passaggio dell'attaccante giallo invece che rasoterra viene fatto con le mani (rimessa laterale) e quindi la protezione palla dopo un controllo al volo.


- Un'altra variante è quella di variare la posizione di partenza di attaccante rosso e difensore blu in modo da poter allenare anche diverse prese di posizione e di difesa della palla


- La terza variante (immagine 6) è quella di permettere, all'attaccante giallo, dopo che il rosso ha protetto la palla per 3'' di entrare per fare il 2vs1 contro il difensore blu. in questo caso se il difensore blu recupera la palla e segna in una delle 2 mete il gol vale 2 pt 



Partite a tema


5vs5 con meta


Si gioca un 5vs5 libero, per segnare un punto la squadra in possesso deve mandare un giocatore a meta, tramite passaggio di un compagno, e chi riceve nella meta deve difendere la palla per un tot. di secondi stabilito in precedenza. 


Variante: nei più piccoli si può iniziare giocando con le mani, e al momento del passaggio nella meta, chi entra in meta deve mettere giù la palla, inizialmente dopo averla controllata con le mani, poi con le varie parti del corpo, e proteggerla sempre per i secondi stabiliti. 




Partita con protezione palla (6vs6 + 2P)


In questa partita a tema non ci sono regole o vincoli particolari; chi ha la palla e viene marcato dall'avversario alle spalle, se riesce a difendere la palla per almeno 3-4'', dà un punto bonus alla squadra.


Variante: 

  • se viene difesa e poi fa gol lo stesso giocatore il gol vale 3 pt. 

  • Il numero dei giocatori varia in base ai numeri dei giocatori che abbiamo.

  • Oltre alla difesa della palla viene anche incentivato il dribbling dorsale.


Per chi ne avesse la possibilità di spazio e struttura, una partita molto allenante per la protezione della palla è la classica gabbia, dove la palla non esce mai, dove gli avversari ti sono subito addosso e dove lo spazio è ridotto.


Ovviamente ci sono delle precauzioni da seguire, soprattutto con i ragazzi, come per esempio di poter andare a contrasto sulla rete o barriera, solo un giocatore per squadra, in modo da non farsi male. 


Il dribbling dorsale

Di pari passo con la protezione palla, una skill da allenare è sicuramente il dribbling dorsale, dato che una volta che il giocatore riceve e protegge la palla, ha di base due opzioni, o scarica e combina con un compagno o è “costretto” a dribblare l’avversario alle sue spalle.


Per saltare l’avversario che il giocatore ha dietro ovviamente si possono usare finte, controfinte ecc, ma si può anche usare il corpo dell’avversario usandolo come perno per girarsi e andare verso la porta (Filippo Inzaghi era uno dei maggiori interpreti in questa situazione).


Attivazione analitica

Possiamo proporre una prima esercitazione di attivazione in cui inseriamo già i concetti del dribbling dorsale, delle finte e dell’uso corretto della postura e del corpo. 

 

In questa attivazione, il giocatore A passa la palla a B, che riceve dando le spalle alla sagoma (difensore passivo), lo dribbla ed effettua un passaggio forte di interno nella portina (simulando un altro passaggio ad un compagno). 

Il giocatore A poi prende il posto di B e così via. 


In questa esercitazione si può chiedere al giocatore B di dribblare il difensore "passivo" con: 


1) 1 tocco rapido del piede (interno o esterno) e girarsi velocemente

2) Eseguire una finta 


Variante

  • Nella situazione A1-B1 possiamo inserire un difensore reale, passivo, in cui chiederemo all'attaccante, oltre che di usare le finte, anche di sfruttare il corpo dello stesso difensore per girarsi ed effettuare il passaggio nella portina.

  • Questa esercitazione, la posso inserire anche in contesto di allenamento sul tiro in porta, in cui al posto delle portine inserirò due porte grandi con i portieri.  


Abbiamo parlato di finte dorsali, elenchiamone qualcuna: 

Finta di corpo, Step over (Rivelino), tacco di Cruijff, Suola, Uncino e rullo palla fuori.



Situazionale


Duello dorsale 1vs1 (immagine 10): 

La palla inizialmente è ferma; l'attaccante rosso può decidere prima di toccare palla, se effettuare finte o meno; una volta che tocca palla deve andare a segnare in una delle due portine diagonali alle sue spalle; il difensore blu può intervenire appena la palla si muove.


Se ruba palla deve andare a far meta nella zona gialla. 

Mandare il difensore a segnare a meta, stimola l'attaccante ad una maggior rincorsa rispetto che se dovesse segnare in una porta; ovviamente anche qua, ognuno può scegliere l'obiettivo che preferisce. 


Variante: il giocatore rosso inizia l'azione partendo dalla linea di fondo delle due portine, conduce la palla all'interno del campo e poi deve sempre provare a segnare nelle due portine. Il difensore ha come obiettivo sempre quello di cercare di rubar palla e fare meta. 

 

Per quanto riguarda altre tipologie e situazioni di duelli possiamo prendere sempre spunto da quelli proposti in precedenza nel capitolo della protezione palla, senza però vincolare l’attaccante a dover obbligatoriamente proteggere palla, ma con la possibilità di andare subito in duello dorsale, saltare il difensore e dirigersi verso la porta. 


Possesso palla 4vs4+1vs1+1vs1

 

Possesso palla 4vs4, dopo un tot. di passaggi prestabiliti, la squadra in possesso palla può effettuare una verticalizzazione verso l'attaccante, che deve rimanere nella zona di attacco marcato dal difensore; una volta ricevuta palla, deve provare a segnare nella portina.


Se il difensore recupera palla, la trasmette a uno dei 4 compagni che si trovano nel campo centrale per far partire il possesso palla della loro squadra e provare a servire il loro attaccante dalla parte opposta. Dopo in certo numero di azioni o minuti cambiare i giocatori che svolgono l'1vs1. 


Variante


  • Inserire uno o più jolly nel campo centrale per favorire il possesso palla e quindi la verticalizzazione sull'attaccante

  • In base alla categoria aumentare o ridurre il numero dei giocatori per squadra all'interno del campo centrale.                                 


Partita a tema


In una partita a tema posso far svolgere una partita normale ma con vincolo di giocare palla in avanti (non posso scaricare ad un compagno), quindi in caso di ricezione con avversario alle spalle devo obbligatoriamente provare a dribblare l’avversario di turno.



La Postura del difensore


Per quanto riguarda un’azione difensiva possiamo parlare di marcamento o di duello.


Il marcamento è un’azione di controllo diretto dell'avversario volto a ridurre i rischi che lo stesso può portare; si ha quando il difensore svolge un’azione rispetto ad un avversario che non ha il possesso palla; il duello avviene invece quando l’attaccante detiene il possesso di palla.


La postura del difendente è un aspetto molto importante in entrambi i casi.

Per farci aiutare nell’analisi delle caratteristiche della postura del difensore abbiamo preso in prestito alcune considerazioni tratte dalla Tesi del Corso di Uefa Pro di mister Andrea Sottil.


Per applicare una corretta azione difensiva il difensore deve tenere in considerazione alcuni parametri: 


Il marcamento può essere di due tipi:  

  1. A difesa della porta (difesa palla-porta per ritardare il gioco avversario)

  2. A conquista della palla (anticipo e intercettamento)


In entrambe le situazioni il difendente deve considerare due cose: 

  • In che zona del campo si trova: centrale, decentrata, laterale, traversone o cross dal fondo

  • Se dietro di sé c’è il rischio di concedere profondità


    Durante il duello: se l’avversario, in possesso palla è girato di spalle, fermo fronte alla porta o lanciato a rete in velocità


La postura corretta

La massima reattività, il maggiore equilibrio per affrontare il duello con il diretto avversario in qualsiasi situazione di gioco il difensore li trova nella posizione fondamentale che si ottiene: 


  • piedi divaricati in posizione antero posteriore: posizionamento che consente al difensore di muoversi correttamente e rapidamente sia sul piano sagittale avanti, indietro sia laterale (da destra a sinistra e viceversa) ad una larghezza uguale a quella delle spalle, quello interno avanzato e quello esterno in linea con la direzione con la palla (lato forte)

  • carico sugli avampiedi e talloni scarichi 

  • ginocchia leggermente flesse

  • busto eretto e leggermente inclinato in avanti, testa alta e sguardo avanti per favorire la migliore visione periferica. 


Postura con un avversario spalle alla porta: 


In questo caso la priorità assoluta del difensore è evitare che l’attaccante si giri, possibilmente non commettendo fallo. In questo senso risulta importante non concedere l’appoggio. 


I piedi rimangono in posizione antero posteriore, piedi quasi paralleli, ginocchia leggermente flesse, sugli avampiedi (talloni scarichi) a una distanza di mezzo braccio dall'avversario (“sente” l’avversario con l’aiuto del braccio) in modo da avere la totale visibilità del pallone e attende il primo movimento dell'avversario.

Lascia all’attaccante la giocata appoggiata dietro, interviene al momento giusto (attaccante che scopre la palla o vuole girarsi). 



Postura con avversario fronte alla porta: 


Il consiglio è quello di ridurre la distanza con l’attaccante, accorciando lo spazio e tenendo la distanza di un “braccio e mezzo”. L’obiettivo principale è non farsi superare.


Quando l'attaccante è fermo, in possesso di palla di fronte al difensore quest'ultimo sta in posizione corretta (antero posteriore, piedi quasi paralleli a distanza delle spalle, ginocchia leggermente flesse, busto eretto leggermente in avanti, avambracci aperti, peso sugli avampiedi, sguardo sulla palla) alla distanza giusta di intervento (circa un metro e mezzo, non deve far prendere velocità all’attaccante e quindi deve accorciare) e attende il primo movimento dell'attaccante per intervenire con il piede più vicino alla palla, deve essere reattivo ad ogni decisione o finta dell'attaccante e cercare di portalo sul proprio lato forte (lato piede posteriore).



Postura con avversario lanciato a rete in velocità


Uno degli obiettivi del difensore è sicuramente non far prendere velocità all’attaccante (in possesso di palla lanciato a rete).


Se questo accade, il difensore dovrà indietreggiare alla stessa velocità dell’attaccante (assecondandolo: se temporeggia, temporeggiare; se va veloce, cercare di essere ugualmente veloce) e soprattutto non ridurre la distanza dall’avversario con un tempo di intervento sbagliato per non essere superato in dribbling.


Il difensore dovrà tenere lo sguardo fisso sulla palla per non essere ingannato dalle finte e simulazioni dell’attaccante (la palla non fa finte) e al tempo giusto o quando l’attaccante si allunga la palla cercare l’intervento (tenendo conto di intervenire prima dell’ingresso nell’area di rigore).


Infine, cercare di portarlo (indirizzarlo) in una zona di campo laterale (lontano dalla porta). 


Postura con avversario laterale: 


L’aspetto fondamentale è non permettere all’attaccante di sterzare superando il difensore verso l’interno. È utile ridurre la distanza tra sé e l’avversario, usando il corpo e cercando il tempo migliore per l’intervento.


Dopo le corrette posture nelle varie situazioni, importante è anche insegnare le varie tecniche di corsa per l’intercetto, il contrasto, per evitare posture scorrette e per essere efficaci in fase di protezione della porta. Anche queste sono importanti da allenare nel percorso di formazione dei giovani calciatori. 


Scivolamento laterale


Questa corsa permette al difensore, quando la palla si muove in orizzontale, di tenere sotto controllo palla, avversario e compagni e di essere pronto ad ogni tipo di intervento.


Lo scivolamento laterale deve essere una corsa continua-laterale e non un passo accostato, perché trovandosi in una corsa continua con appoggi dei piedi leggeri e corti il difensore può reagire immediatamente e correttamente a qualunque situazione di gioco (palla coperta, palla scoperta, risalita, intercetto).


Il passo accostato invece non lo farebbe trovare pronto ad intervenire, perché si troverebbe con piedi orizzontali, sospensione aerea, postura del corpo sbagliata e quindi incapace di un intervento tempestivo ed efficace.


Indietreggiamento


Questo tipo di corsa il difensore lo mette in atto quando deve intercettare un lancio aereo o filtrante rasoterra diretto alle spalle della linea difensiva, oppure quando è impegnato in un duello uno-contro-uno con avversario palla al piede (lo sta puntando) in piena velocità. 


Come lo scivolamento, l'indietreggiamento corretto è una corsa continua laterale indietro, di fianco, con appoggi leggeri e corti dando sempre il fronte alla palla e mai il dorso. 


Eccezion fatta quando, dopo i primi appoggi, vista la velocità e la traiettoria della palla, deve mutare in corsa in avanti ma sempre tenendo inquadrata la palla con torsione della testa e sguardo rivolto alla palla stessa. 


E quando il difensore deve cambiare il fianco, per esempio dal sinistro al destro, deve puntare il piede destro e fare perno e mettersi sul fianco destro. 


Questo atteggiamento consente al difensore di poter poi intercettare un eventuale lancio aereo o filtrante rasoterra degli avversari in maniera corretta.

Nell'uno-contro-uno in velocità questa corsa corretta consente al difensore di avere sempre il controllo della palla e quindi di poterla recuperare.

 

E' controproducente indietreggiare con corsa all'indietro o con passo accostato all'indietro perché non consentirebbero al difensore di trovarsi con appoggi corretti dei piedi e lo costringerebbero a una postura del corpo errata facendolo trovare nell'impossibilità di produrre un intervento tempestivo ed efficace (soprattutto nel colpire di testa).  


Corsa in avanti

La corsa in avanti del difensore diventa indispensabile quando il difensore stesso si trova sotto la linea della palla (quindi è in recupero), come per esempio, nelle situazioni di fuorigioco errato, oppure quando viene saltato in dribbling.


Durante la corsa in avanti deve valutare la situazione tattica, il tipo di intervento da mettere in atto e la posizione tattica in essere.


Per esempio: va a difendere la porta quando si accorge che il proprio portiere è in uscita sull'avversario, oppure va a recuperare un posizionamento in area di rigore se altri compagni di squadra sono sulla palla (il difensore saltato non rincorre quasi mai l’avversario).


Accorciamento e frenate

Questo tipo di corsa il difensore lo effettua quando deve accorciare, anticipare o pressare un avversario.


E' una corsa in avanti con passi corti e leggeri che gli consentono di valutare in un secondo momento se frenare quando la palla è già in possesso dell'avversario, oppure continuare nello sprint per intercettarla.


Il difensore deve sempre usare due velocità (meno veloce o più veloce dell’attaccante, quindi saper decelerare e accelerare o viceversa) proprio perché è sottoposto a una continua scelta: prendere o non prendere la palla, valutare gli spostamenti dell’attaccante (attaccante decide).


Quindi deve saper frenare e temporeggiare nella maniera corretta, e non avere una sola velocità ed essere troppo irruento.


Se il difensore accorcia sul proprio avversario con una corsa irruenta e troppo veloce è sottoposto a superamenti continui, falli che rischiano di farlo ammonire con conseguente penalizzazione e condizionamento personale, di reparto e di squadra.


Frenate e cambi di direzione 

Questo atteggiamento è di vitale importanza per un difensore.


Abbiamo detto che deve usare due velocità che gli consentano di accelerare e decelerare e quindi agganciare un avversario ed essere pronto per eventuali e improvvisi cambi di direzione che possono essere a destra, a sinistra e a ritroso (nel calcio ci sono molti cambi di direzione e cambi di senso).


Quando il difensore sta arrivando in prossimità dell'avversario deve decelerare (temporeggiamento) alla giusta distanza dal portatore di palla (circa un metro e mezzo) e mettersi in una posizione antero posteriore, mentre guarda la palla, in leggera flessione degli arti inferiori, sugli avampiedi, con gambe leggermente divaricate in modo tale da trovare gli appoggi migliori (piedi quasi paralleli) per andare a destra, sinistra o all'indietro.


Quando invece il difensore deve cambiare direzione a 90 gradi per andare a destra dovrà puntare il piede sinistro o viceversa.


Per quanto riguarda invece il cambio di senso (180 gradi) si esegue dopo un arresto a due tempi, appoggiando prima un piede e poi l'altro, si spinge con il piede avanti (perché quello arretrato non ha spinta) e si accelera nella nuova direzione.


La risalita

E' una corsa che il difensore effettua per risalire velocemente spesso dopo una respinta difensiva per liberare l'area di rigore e tenere le giuste distanze con il resto della squadra. 


La risalita si distingue in lunga e corta. 


Nella prima la palla viene respinta molto lontano dalla porta permettendo al difensore di correre normalmente in avanti finché la palla non ridiventa giocabile (aperta), o dopo un lungo retropassaggio avversario. 


Nella seconda il difensore risale con passo accostato in avanti perché la palla non è stata respinta lontano dalla porta e quindi dovrà essere pronto a un intervento immediatamente successivo.


E questo tipo di corsa gli permette di essere nella postura corretta del corpo e dei piedi per effettuare un intervento difensivo corretto immediatamente successivo.

 

Il contrasto

Alcuni autori (Gatti, 2011; Ferrari, 2010, Bonaccorso, 2008) lo hanno definito come 

Gesto tecnico che consente al difendente di fermare l’azione avversaria, con l’obiettivo di riconquistare o allontanare il pallone” .


Il contrasto, in inglese definito “tackle”, deve essere una skill padroneggiata da tutti i giocatori in campo e non solo dai difensori, visto che il calcio moderno prevede pressing, pressioni e raddoppi da parte di tutti i componenti della squadra. 


Il contrasto di distingue in:


Indiretto

quello che possiamo definire intercettamento


Diretto

di cui esistono esistono quattro tipi: 


Frontale: L’uso della parte interna del piede per effettuare il contrasto risulta la più conveniente (superficie più ampia del piede, e quindi garantisce contatto più resistente).

Laterale: quando il difendente si trova affiancato all’avversario; l’intervento, in equilibrio monopodalico, inizia con il piede più vicino al pallone (perno) in linea con la palla o addirittura più avanti, che facilita una rotazione e l’intervento effettivo con il piede libero. Spesso insieme al contrasto laterale si effettua un contrasto corpo a corpo spalla contro spalla per cercare di sbilanciare l’avversario.


Dorsale: quando il difendente è alle spalle del portatore di palla, in movimento o statico. Chi difende avrà il compito di non far girare l’avversario, ma anche, sempre in equilibrio monopodalico, di provare a toglierli la palla, con la punta del piede, da sotto o da tergo. 


In scivolata: L’invenzione di questo gesto tecnico viene attribuita a Juan Alberto Schiaffino, che la eseguiva con naturalezza quando nessuno conosceva quel gesto. 


Si tratta di una sorta di tuffo in direzione della palla, mantenendo la gamba d’intervento (vicina alla palla, o quella lontana) tesa in avanti, con il piede che arpiona o allontana il pallone.


Intuiamo che è una soluzione molto rischiosa, che rischia uno svantaggio numerico temporaneo in caso di insuccesso.


Non per questo, però, una soluzione tecnica bandita, anzi. 


Come in molte dinamiche tecnico-tattiche del calcio, la scelta di tempo ha la funzione principale; nel contrasto se il difendente interviene troppo presto, avvantaggia il possessore di palla che può riuscire ad evitare il contrasto, se interveine troppo tardi, rischia di fare fallo.


Il momento giusto per intervenire è quando il portatore di palla la sta difendendo con meno efficacia. Sempre insieme al tempo anche lo spazio è fondamentale; il contrasto va effettuato quando la distanza permette di distendere la gamba ed avere la forza per allontanare il pallone o sradicarlo dal piede dell’avversario.


La cosa forse più difficile da far capire, soprattutto nei giovani è l’utilizzo della giusta tensione muscolare durante il contrasto stesso; anche il piede ha il suo perché, infatti, spesso si vedono contrasti “molli” cioè proprio il piede o la gamba sono poco rigidi e quindi indice di scarso successo e di rischio di infortunio.


In questo senso, sebbene il contrasto si possa effettuare con le varie parti del piede (esterno per quello laterale, punta per il contrasto dorsale) è maggiormente auspicabile che il contendente effettui il contrasto con l’interno del piede perché ha una maggior superficie rispetto alle altre parti e perché permette anche una maggior sensibilità.


Il resto del corpo, in tutte le situazioni di contrasto, deve essere in equilibrio monopodalico e con il busto leggermente piegato in avanti per permettere una maggior espressione di forza e di stabilità. 


Un altro ruolo importante per quanto riguarda il contrasto lo gioca l’equilibrio, che è importante riuscire a mantenere durante lo scontro con l’avversario. 



Attivazione didattica del contrasto


Dapprima possiamo chiedere di appoggiare insieme il piede sulla palla e applicando una piccola forza, poi far oscillare sempre più la gamba per aumentare la forza applicata sulla palla e nel contrasto.  


Variante


- variare le parti del piede con cui colpire la palla e variare il piede (è vero che come abbiamo detto, l’interno permette una maggior superficie d’impatto, ma credo sia utile anche allenare l’impatto con le altre parti del piede perché in partita spesso bisogna adattarsi e non sempre è possibile fare il gesto che vorremmo)

- far allontanare sempre più i due giocatori e farli arrivare camminando o correndo al contrasto. 

- uno dei due giocatori lancia la palla in aria e si va a contrasto dopo il rimbalzo

- in categorie più grandi e con le dovute raccomandazioni verso i ragazzi, si può anche chiedere di lanciare la palla e andare a duello per colpire di testa


 


Duello per il contrasto


In questa situazione di 1vs1 si inizia sempre con un contrasto.


Palla ferma al centro del campo; i due giocatori al segnale partono e cercano di raggiungere per primi il pallone, se arrivano insieme andranno al contrasto sennò chi arriva prima inizierà ad attaccare.


Dopo ogni azione partono i giocatori delle altre file, sempre all’opposto. Dopo ogni azione far cambiare la posizione ai giocatori.


Variante

- la palla viene lanciata dall'allenatore quando i due stanno per arrivare al centro

- far fare anche contrasti aerei lanciando la palla alta (principalmente dalla categoria esordienti in su)

- inserire un esercizio coordinativo o allungare il percorso di corsa prima di entrare in campo

- inserire i portieri con le porte grandi invece che le portine



Partita a tema per contrasto

 

Immagine 14

In questa partita a tema non ci sono regole particolari, l'unica è che quando il gioco si ferma (gol, fallo laterale, punizione, rimessa dal fondo, calcio d'angolo, ecc.) si riprende sempre con un contrasto fra due giocatori in qualsiasi zona del campo che l'allenatore o gli assistenti decidono.


La palla può essere lanciata messa a terra ferma, rotolata o anche lanciata in aria per un duello aereo. 


Variante

- si gioca normalmente, quindi riprendendo dalle varie fasi di gioco, ma ad ogni contrasto vinto si assegna un punto aggiuntivo alla squadra del componente che ha vinto il contrasto. 


Abituarli sin da piccoli

Come abbiamo visto queste quasi tutte le esercitazioni proposte sono principalmente riferite a categorie della scuola calcio o del settore giovanile, anche se nulla vieta, di proporre, nel giusto contesto e con il giusto obiettivo e con le modifiche e variabili che ognuno ritiene opportune, anche in categorie quali juniores o prime squadre. 


Lavorando spesso con i giovani di ogni età, mi sono accorto che i concetti di cui parla questa guida sono spesso carenti o con necessità di essere raffornzati e migliorati, per questo credo sia importante, per non dire fondamentale, allenarli sin da piccoli.


In tutti e quattro i temi proposti, ma in generale la tattica individuale, non si può prescindere da alcuni prerequisiti motori-coordinativi quali un corretto orientamento del corpo e suo utilizzo, una giusta postura e un utilizzo efficace degli appoggi. Fondamentali sono anche capacità coordinative quali lo spazio-tempo, l’equilibrio e la capacità di differenziazione muscolare, soprattutto a livello di contrazione. 


Per tutto questo, sin dai più piccoli sarebbe corretto, secondo me, proporre: 

  • Giochi o percorsi di equilibrio di tutti i tipi dal bipodalico al monopodalico, dallo statico, al dinamico, al volo, da stazione quadrupedica fino a quella eretta

  • Attività di preacrobatica e di contatto con il terreno per far prendere confidenza con il terreno e per educarli alle cadute e al rialzarsi: capovolte avanti/dietro, rotolamenti, tuffi (nei più grandi), ecc.

  • Attività di percezione del proprio schema corporeo

  • Attività e giochi di contatto a coppie

  • Esercizi e giochi a tema di tonificazione generale anche di altre discipline


Per allenare la rapidità e lo spostarsi bene sugli avampiedi è opportuno anche andare a inserire nelle varie sedute esercizi di tecnica di corsa quali skipp, doppio impulso, corse di tutti i tipi (avanti-dietro, incrociate, cambi di direzione, ecc.), lavori con funicella, ostacolini e scaletta. 





 

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