Ciao Coaches,
per il mese di luglio il nostro Prof. Matteo Zanghì ha condiviso con noi questo interessante studio basato sui protocollo di valutazione della velocità.
Buona lettura!
Introduzione
Lo studio di Beato e colleghi (2025) analizza in modo sistematico i protocolli di valutazione della velocità lineare e multidirezionale utilizzati nel calcio femminile di livello senior ed élite, con l’intento di colmare il divario esistente nella letteratura scientifica, storicamente focalizzata quasi esclusivamente su atleti maschi. L’obiettivo principale è offrire una panoramica critica e strutturata sui test attualmente adottati per valutare le capacità neuromuscolari legate alla velocità, distinguendo chiaramente tra i protocolli on-field (in campo) e off-field (in laboratorio o ambienti controllati).
Test on-field: valutazioni sul campo
I test on-field sono fondamentali perché valutano la velocità in condizioni vicine a quelle di gara, integrando le componenti biomeccaniche, tattiche e percettive richieste durante le prestazioni sportive. Tra i protocolli più utilizzati emergono:
- Sprint lineari: prove su distanze di 5, 10, 20 e 30 metri, finalizzate a valutare le capacità di accelerazione, transizione e velocità massima.- Sprint curvilinei (Curved Sprint Test): valutano l’abilità di mantenere alta velocità su traiettorie curve, tipica dei movimenti calcistici che non avvengono mai in linea retta.
- Test di cambi di direzione (Change of Direction, COD): i più comuni sono il test 505, il T-test e il Pro-Agility. Questi strumenti misurano l’efficienza biomeccanica e la rapidità con cui un’atleta può invertire la direzione del movimento.
- Test di decelerazione: meno indagati nella letteratura, ma molto rilevanti per il calcio, in quanto la capacità di arrestare rapidamente il movimento influenza fortemente le performance tecnico-tattiche e la prevenzione degli infortuni.
Sebbene questi test offrano alta specificità ecologica, lo studio evidenzia una marcata eterogeneità nei protocolli, con differenze nelle distanze, modalità di cronometraggio, strumenti usati (fotocellule, radar, GPS), e condizioni di somministrazione, rendendo difficile confrontare i dati tra diversi studi o squadre.
Test off-field: valutazioni in laboratorio
I protocolli off-field si concentrano sull’analisi quantitativa della funzione neuromuscolare, mediante test svolti in condizioni controllate. Questi includono:
- Test di forza isometrica e isocinetica: valutano la capacità del sistema muscolare di generare forza a differenti angoli e velocità articolari, utili per identificare squilibri o deficit specifici.
- Test eccentrico Nordic Hamstring: molto utilizzato per monitorare la forza eccentrica dei muscoli posteriori della coscia e valutare il rischio di infortuni.
- Countermovement Jump (CMJ): test ampiamente validato per stimare la potenza esplosiva degli arti inferiori e l’efficienza neuromuscolare nella fase concentrica.
- Reactive Strength Index (RSI) e test isometrici singolo-articolari: sempre più usati per analizzare la capacità di generare forza rapidamente (Rate of Force Development, RFD).
Tali test offrono vantaggi in termini di affidabilità, ripetibilità e sensibilità al cambiamento, ma risultano meno rappresentativi delle richieste funzionali reali del calcio. Pertanto, se usati da soli, rischiano di fornire una visione parziale dello stato prestativo.
Fattori neuromuscolari chiave nella performance
Lo studio evidenzia che le prestazioni nei test di velocità (sia lineare che multidirezionale) dipendono da molteplici qualità fisiche, tra cui:
- Forza esplosiva: necessaria per sprint, frenate e cambi di direzione.
- Forza eccentrica: associata al controllo nei movimenti di arresto e alla prevenzione di infortuni.
- Capacità di generare rapidamente forza (RFD): cruciale per eseguire movimenti esplosivi in tempi brevi.
Queste capacità neuromuscolari dovrebbero essere valutate e sviluppate in modo mirato attraverso protocolli integrati, che colleghino i risultati dei test off-field con quelli on-field per creare una mappa completa del profilo atletico dell’atleta.
Conclusioni e raccomandazioni
Lo studio conclude suggerendo un approccio misto alla valutazione: integrare test sul campo e in laboratorio per ottenere un quadro completo delle capacità prestative, adattato specificamente alle esigenze del calcio femminile.
Gli autori raccomandano di:
- Utilizzare protocolli validati e ripetibili.
- Contestualizzare i test alle esigenze funzionali dello sport.
- Evitare l’uso acritico di test sviluppati su popolazioni maschili.
- Promuovere la standardizzazione per migliorare l'affidabilità e il confronto tra dati.
Beato et al. sottolineano infine la necessità di futuri studi longitudinali e di validazione per costruire batterie di test specificamente tarate sul calcio femminile, così da migliorare la preparazione atletica, il monitoraggio e la prevenzione degli infortuni nelle calciatrici di alto livello.