In questa guida ci occuperemo di analizzare e delineare le modalità offensive dell'Atlético Madrid di Diego Pablo Simeone e, successivamente, vedremo alcune esercitazioni da poter proporre sul campo con le nostre squadre.
Prima però di addentrarci sul piano tecnico-tattico, facciamo un po’ di storia e diamo un po’ di numeri su questa squadra e su questo allenatore.
Diego Pablo Simeone diventa allenatore dell'Atlético Madrid in data 23 dicembre 2011, sostituendo Gregorio Manzano ed attualmente ricopre tale ruolo, diventando uno degli allenatori più longevi su una panchina di squadra Europea e l'allenatore con più panchine in assoluto nella storia dell'Atlético Madrid (613).
Già da allenatore subentrante, l’Atlético Madrid conquista la UEFA Europa League battendo in finale l’Athletic Bilbao di Marcelo Bielsa.
L’Atlético Madrid di Simeone può vantare un palmares così composto:
2 campionati spagnoli
1 coppa nazionale di Spagna
1 supercoppa di Spagna
2 UEFA Europa League
2 Supercoppa UEFA
Accanto al nome Simeone non possiamo non citare il termine “Cholismo”, una filosofia di gioco se vogliamo che tanti commentatori calcistici hanno provato a spiegare, definire.
In Italia viene confusa con “catenaccio” ma è più del catenaccio, del contropiede: è un livello superiore, è un’idea e una filosofia di calcio definita, caratteristica che ha portato l’Atlético Madrid ad essere una squadra difficilmente affrontabile.
Il motivo? Sapeva adattarsi al momento della partita, sapeva quando era il momento di aggredire ferocemente e quando, invece, era il momento di serrare i ranghi e impedire alla squadra avversaria di segnare e rendersi pericolosa.
Una squadra che però rispecchiava e rispecchia l’animo della garra sudamericana
del proprio allenatore.
L’Atletico è molto cambiato nel corso degli anni e, per la nostra guida abbiamo deciso di soffermarci sull’Atletico attuale, quello della stagione 2024-2025 attualmente in corso.
In questa stagione l’Atletico approccia le partite con un 4-4-2 che sulla carta sembra molto scolastico ma che, nella pratica, si rivela essere un sistema fluido e intricato da comprendere.
Tuttavia alcune caratteristiche che hanno reso “famoso” il Cholo sono facilmente riscontrabili: tanti uomini in area di rigore a difendere, ripartenze micidiali, recuperi immediati della pallone.
In questa guida come detto non ci soffermeremo su analizzare il gioco complessivo dell’Atletico Madrid o di come costruisca le azioni, bensì ci concentreremo sulla fase offensiva dell’Atletico Madrid, su come vada ad attaccare l’area di rigore avversaria, su quali comportamenti vada ad adottare e su come attui il recupero palla per attaccare la porta avversaria.
Una caratteristica fondamentale dell’Atletico 2024-2025 è quella di avere una fluidità rotazionale a centrocampo che fino ad ora il Cholo non aveva mai potuto adottare.
Questo permette all’Atletico Madrid di poter variare molto in fase offensiva e poter far spingere anche i centrocampisti sulla linea degli attaccanti attraverso rotazioni proprio con quest’ultimi.
Proprio sugli attaccanti è doveroso un piccolo focus: spesso giocatori come Griezmann e Alvarez si abbassano a centrocampo, recuperano palloni, si allargano lasciando spazi in avanti che andranno ad attaccare i centrocampisti, potendo attuare una fase offensiva più varia e diversificata e meno visibile.
Faremo utilizzo di alcune immagini per cercare di comprendere le varie tipologie di attacchi che il Cholo va a prediligere e a conclusione proveremo a sviluppare alcune esercitazioni per lavorare sul campo questi principi di gioco.
A questo punto direi che possiamo iniziare ad entrare nel dettaglio della nostra guida.
La partita con cui abbiamo deciso di partire per cercare di comprendere qualche modalità offensiva è quella giocata in casa dall’Atletico Madrid contro una delle rivelazioni de La Liga: il Maiorca.
Minuto 19, Figura 1. L’Atletico sta costruendo gioco e dopo aver attirato la pressione
avversaria sul lato destro del campo, cerca il lato debole a sinistra dove si è abbassato Julian Alvarez (cerchiato in rosso) il quale di fatto ha davanti a sé molto campo libero e uno spazio da dover andare ad occupare.
Spazio che infatti il giocatore andrà ad occupare attraverso una conduzione per attaccare l’area di rigore avversaria.
Osserviamo come in fase offensiva siano presenti ben 4 giocatori in una sorta di 424 a trazione offensiva di cui il giocatore più a sinistra nell’immagina è un terzino.
Alvarez avrebbe diverse opzioni da poter attuare, ma il gioco di Simeone è alquanto semplice (e di fatto sarà la conclusione dell’azione): palla in
verticale per il movimento di Sorloth che, in figura cerchiato di blu, sta già chiamando palla indicando lo spazio tra i due centrali.
In sostanza se dovessimo fare una sorta di “fotografia” iniziale, possiamo confermare che Simeone rispetto a tante altre squadre, preferisca giocare sull’esterno per attirare proprio lì la pressione avversaria liberando spazio poi centralmente, come è avvenuto in Figura 1 per poi andare ad attaccare con quanti più uomini possibili l’area di rigore avversaria.
Minuto 25, situazione diversa. Il Maiorca sta ripartendo e sta cercando di attaccare la metà campo avversaria quando l’Atletico riesce a recuperare un ottimo pallone (in figura 2 si vede bene il momento in cui il centrocampista del Maiorca è spalle alla porta e conseguentemente perde palla).
Osserviamo la posizione di Lino, centrocampista dell’Atletico Madrid.

Non appena la palla viene recuperata l’Atletico si butta immediatamente in avanti con i centrocampisti che iniziano a muoversi attaccando gli spazi in avanti cercando di portare quanti più uomini possibili in area di rigore avversaria.
Lino a questo punto attacca dritto per dritto l’area di rigore ma non esclusivamente centralmente, ma aprendosi e quindi spostandosi da una posizione più centrale ad una posizione più esterna per mettere in seria
difficoltà la retroguardia del Maiorca.
Un rapido sguardo però al numero di giocatori dell’Atletico in zona palla: ben 4 giocatori pronti a recuperare e ripartire immediatamente.

L’Atletico a questo punto ha portato ben 5 uomini in area di rigore, Lino segnerà il vantaggio per gli uomini di Simeone.
Il tutto è nato da un recupero palla, come detto, a centrocampo a cui è seguito un attacco immediato micidiale degli spazi in avanti per andare il più velocemente possibile in area di rigore avversaria.
Anche questa è una modalità offensiva dell’Atletico: quella di recuperare quanto prima il pallone per verticalizzare immediatamente e sfruttare le doti velociste dei propri giocatori.
BARCELLONA – ATLETICO MADRID: quale la strategia di Simeone?

Andiamo più indietro nel tempo, a Barcellona va in scena una sfida al cardiopalma conclusasi 2-1 per i ragazzi di Simeone.
Il Barcellona ha avuto molte occasioni per chiudere la partita, ma la squadra di Simeone è stata brava a rimanere sempre in partita e a vincerla nel recupero a
15secondi allo scadere.
Minuto 59, l’Atletico ha riconquistato un pallone nella propria metà campo e si accinge ad effettuare uno dei suoi contropiedi micidiali che porterà la squadra di Simeone a pareggiare e a portarsi sul 1-1.
Come possiamo vedere in Figura 5 il recupero avviene con tanti giocatori in
zona palla, una scelta come abbiamo visto in precedenza voluta e allenata.
Nel momento esatto in cui il recupero avviene, però, vengono fuori i principi e le idee dell’allenatore: verticalizzazione immediata in quanto i giocatori si muovono in avanti attaccando gli spazi liberi e muovendosi in avanti, come se fosse un qualcosa di fatto di codificato e conosciuto dai giocatori.

Ed infatti così avviene. Figura 6. Lavoro di sponda di De Paul per lanciare in profondità Galan che si è andato a sovrapporre per spingersi in avanti.
Automaticamente tutta la squadra sale e accompagna l’azione.
Chi chiude l’azione e segna il goal del pareggio?
Quel De Paul che ha creato l’azione, sinonimo di come il Cholo lavori sul recupero palla, verticalizzazione ma allo stesso tempo tutta la squadra deve spingersi in avanti per portare quanti più uomini possibili in area e/o al limite dell’area, come possiamo vedere in Figura 7.

Minuto 76, il Barcellone sta ripartendo con i propri difensori centrali e sta cercando di mettere in difficoltà l’Atletico.
Il difensore centrale del Barcellona gioca per un proprio centrocampista che si è abbassato per ricevere palla e in quel preciso momento scatta il recupero della palla con aggressività, caratteristica già vista in precedenza.

Possiamo vedere in Figura 8 come non appena il centrale detti il passaggio, uno dei centrocampisti dell’Atletico parta dritto per dritto lasciando il proprio giocatore da marcare, cercando di mettere pressione e facendo perdere palla al Barcellona anche perché, come si vede, c’è un giocatore appostato nelle vicinanze eventualmente pronto a recuperarla (cerchio blu).
Alvarez però riesce a riconquistare la palla in autonomia e scatta nuovamente un attacco immediato della profondità da parte dell’Atletico che poi di fatto non si concretizzerà con la segnatura di una rete, ma recuperare palla così alto e attaccare immediatamente la profondità metterebbe qualsiasi squadra fortemente in difficoltà (Figura 9)

Minuto 95 su 96 da giocare. Di fatto manca meno di un minuto alla fine della partita.

Figura 10. Il Barcellona sta attaccando con 8 uomini e l’Atletico sta difendendo con 8 uomini tra area di rigore e pressi dell’area di rigore.
Il Barcellona tenta un filtrante verticale che però viene intercettato da un giocatore dell’Atletico: ed ecco che, nuovamente, scatta una delle giocate già analizzate e viste.
Contropiede immediato a seguito del recupero palla, dritto per
dritto.

E’ osservabile anche in questo caso una caratteristica vista nella partita col Maiorca: nel momento in cui viene recuperata una palla centrale, i giocatori partono immediatamente in contropiede aprendo il gioco; mettendo in difficoltà i difensori avversari che scappando dovranno prendere una scelta: difendere la porta stretto oppure tentare di aprirsi per seguire il movimento offensivo?
Da questa azione nascerà il 2-1 finale con cui l’Atletico batterà il Barcellona.

Fino ad ora abbiamo visto come l’Atletico cerchi di sfruttare i recuperi palla per attaccare con quanti più uomini offensivi la metà campo avversaria e quanto prediliga l’andare dritto per dritto in avanti cercando di far male ai difensori avversari.
Nella partita con il Leganes invece è possibile vedere un’altra soluzione offensiva ricercata e allenata dagli uomini di Simeone: il lancio in profondità tra esterno di centrocampo e punta, che possiamo vedere in Figura 13 e Figura 14


L’Atletico cerca in fase di costruzione di attirare la pressione avversaria sugli esterni, caratteristica già venuta fuori ad inizio guida.
Non è un caso infatti che in entrambe le figure poco sopra evidenziate l’Atletico giochi palla sull’esterno cercando di liberare poi spazio all’interno.
In questi casi però probabilmente le giocate erano preparate, Simeone avrà
sicuramente studiato l’avversario e visto nei terzini avversari il punto debole del Leganes.
In entrambe le Figure sopra non appena gli esterni ricevono palla, avanzano di qualche metro e giocano una palla in avanti sul movimento dell’attaccante alle spalle del terzino che può solo “leggere” la traiettoria ma non vede l’attaccante.
Come sempre però la giocata è in avanti, dritto per dritto.
Un’ ulteriore soluzione offensiva che l’Atletico attua e che è stata riscontrabile nelle precedenti partite prese in esame, è quella di cercare cross tesi all’altezza dell’area piccola per l’inserimento di attaccanti e centrocampisti per chiudere l’azione.
Poiché abbiamo analizzato e osservato la fluidità rotazionale a centrocampo ma in generale fluidità rotazionale tra centrocampisti ed attaccanti, non è un caso trovare molti uomini in area di rigore che attaccano spazi vuoti non necessariamente occupati da attaccanti.
La presenza di Sorloth inoltre in questa stagione ha permesso a Simeone di poter sfruttare soluzioni che fino ad ora non aveva avuto modo di poter sfruttare: cross alti in area di rigore.
Questo è consentito grazie alla presenza costante in area di questo giocatore e la sua statura che permette così all’Atletico di avere un’ulteriore soluzione più tradizionale rispetto a passaggi intricati o sovrapposizioni o recuperi palla ragionati e lavorati.
Questa cosa è facilmente visualizzabile in Figura 15. Parliamo della partita giocata dall’Atletico Madrid contro il Valladolid.

Palla giocata esternamente, esterno che si accentra in area per effettuare un cross che casca nell’area piccola proprio davanti al portiere dove si trovano due uomini dell’Ateltico e un terzo a rimorchio pronto per una eventuale ribattuta.
Anche qua parliamo di situazione sicuramente provata e riprovata dato che l’Atletico segna il 2-0 (poi annullato per fuorigioco) nello stesso identico modo del 1-0 in questa partita.
Quando quindi l’Atletico recupera palla o costruisce non cerca necessariamente la giocata in verticale come unica soluzione; bensì spesso va a ricercare l’ampiezza per aprire il gioco, attrarre pressione e allo stesso tempo utilizza alcune delle giocate viste.
Può essere una palla alle spalle della linea difensiva, può essere un cross all’altezza dell’area piccola, può essere una palla rasoterra forte all’altezza del dischetto di rigore per lavorare sulla ribattuta, può essere un cross alto.
Quello però che è centrale e appare come caratteristico dell’Ateltico Madrid è la presenza di tanti uomini in area di rigore e la velocità micidiale con cui gli uomini del Cholo ripartano non appena conquistata la palla.
Tuttavia, come detto inizialmente, non parliamo di un 442 monotematico e statico; bensì di un 442 fluido, difficile da interpretare per gli avversari con continui cambi di posizione, con attaccanti che si abbassano e centrocampisti che si alzano; un 442 che si trasforma un 424 o spesso anche in un 334 con un difensore che si alza sulla linea dei centrocampisti e con 4 uomini in avanti.
Insomma, un sistema evoluto, come si è evoluto sicuramente Simeone a
dimostrazione di quanto anche l’allenatore si sia evoluto e si sia aggiornato.
Vediamo adesso delle esercitazioni da poter riproporre sul campo per cercare di simulare giocate viste e analizzate grazie all’Atletico Madrid.
Cercheremo di riportare proposte che
permettano di lavorare su due aspetti che abbiamo visto essere caratteristici:
1. Recupero immediato della palla per ricerca verticalizzazione;
2. Attacco degli spazi vuoti in avanti;
Lasciamo poi alla fantasia di voi allenatori lo sviluppo degli altri principi visti quali
- Sviluppo laterale per liberare spazio centralmente;
- Attacco con cross
1. RECUPERO DELLA PALLA E RICERCA DELLA VERTICALIZZAZIONE
Creare due quadrati 20x20 (o anche 30x30, discrezione dell’allenatore) uniti come in figura.

Si gioca un possesso palla 5v5 (ma possibile con numeriche sia più alte che più basse, discrezione dell’allenatore) in cui l’obiettivo della squadra in non possesso è recuperare palla e portarla nel proprio quadrato.
Il mister, in giallo, gioca inizialmente palla in un quadrato, in figura come esempio quello blu.
I giocatori blu devono fare possesso palla, muovendosi e interscambiandosi e al
raggiungimento di 6 passaggi di fila guadagnano 1 punto; i giocatori rossi possono entrare max 3 nel quadrato blu e hanno come compito quello di recuperare palla e portarla nel proprio quadrato proseguendo il possesso.
I blu a quel punto dovranno comportarsi come i rossi, quindi solamente in 3 potranno andare nel quadrato dei rossi per recuperare palla.
Il mister all’occorrenza inserisce nuovi palloni quando quello in gioco si perde oppure esce e si allontana dal gioco.
Data l’elevata componente atletica dell’esercitazione, si consiglia 3 o 4 serie da 5 minuti l’una.
Possesso palla 7v7 + 2 jolly (gialli)
Disporre un campo come in figura, con due jolly che stazionano esternamente e in verticale.

Inizialmente il campo è diviso a metà: in una metà campo si gioca un 4v4 mentre nell'altra metà campo un 3v3.
L'azione per concretizzarsi deve fare in modo che la palla viaggi da un
jolly all'altro attraversando il campo; non è possibile tornare dal jolly una volta che ci ha dato la palla.
Sono necessari almeno 3 passaggi tra giocatori prima di passarla al jolly.
Successivamente viene eliminato il vincolo della divisione a metà del campo e il possesso diventa di fatto libero e non vincolato, con l'unica regola che non si può tornare dal jolly che ci ha dato palla e che sono necessari almeno 3 passaggi prima di passarla al jolly.
Nel momento in cui viene recuperata la palla si deve ricercare immediatamente la
verticalizzazione nel quadrato sopra o, se lo spazio lo permette, una verticalizzazione immediata verso il jolly.
In questo modo si va ad allenare la ricerca della verticalizzazione attraverso combinazioni e attacchi di spazi e facendo ricercare ai giocatori soluzioni e non uscite codificate e meccaniche.
2. ATTACCO DEGLI SPAZI IN AVANTI
Si gioca una partita a tema 8v9 dove:
- una squadra attacca la porta difesa dal portiere e difende lo spazio (ma nello spazio NON
possono entrare);
- una squadra costruisce azioni per andare ad effettuare degli attacchi allo spazio evidenziato in figura.

Goal valido solo su inserimento dentro lo spazio.
Nel momento in cui la squadra rossa che attacca la porta recupera la palla, deve ricercare la verticalizzazione immediata per andare a segnare una rete cercando di portare il maggior numero di giocatori in area avversaria; la squadra blu, invece, che attacca lo spazio, quando recupera palla deve cercare l'imbucata alle spalle per un giocatore che entra nel settore.
In figura è rappresentata una soluzione che potrebbe avvenire in partita: verticalizzazione per un centrocampista centrale che cerca la punta, scarica al centrocampista opposto che fa inserire l’esterno di centrocampo nello spazio.
CONCLUSIONI
Da queste semplici esercitazioni possiamo poi costruirne altre che vadano a ricercare alcuni aspetti come il lavoro sui cross per esempio, potendo ripartire per esempio dall’ultima partita descritta in cui il goal per essere valido nella porta del portiere deve avvenire su cross teso all’altezza dell’area di rigore.
In questo senso, per esempio, la ricerca della verticalizzazione sarà opportuna per ricercare poi un giocatore esterno pronto al cross.
Se volessimo, invece, ricercare le giocate esterne per attrarre la pressione avversaria in tali zone di campo potremmo costruire un campo come quello in figura precedente in cui chiediamo alla squadra in possesso di occupare tutti e tre i settori con almeno un uomo (il settore centrale + i due settori laterali).
La giocata dovrà sempre partire volutamente alla ricerca del lato esterno per attrarre in tale zona di campo la pressione e liberare spazio nel settore centrale e conseguentemente nel settore laterale opposto.
Lasciamo comunque alla fantasia la creazione e lo sviluppo di queste idee, volutamente.
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