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Riabilitazione e riatletizzazione nel calcio: guida completa per il recupero infortuni

  • Stefano Mariniello
  • 30 giu
  • Tempo di lettura: 8 min

Nuovo mese, nuovo appuntamento con "Te lo dice il prof", il format in cui Stefano Mariniello – collaboratore dello staff di Alessandro Recenti – incontra i protagonisti della preparazione atletica nel calcio per parlare di preparazione fisica con chi la vive ogni giorno, dal campo allo spogliatoio.


Al giorno d’oggi, il gioco del calcio richiede sempre più ai calciatori livelli d’intensità molto elevati.


Durante una stagione calcistica, in ogni società ci sono atleti che, per una serie di fattori differenti, vanno incontro ad infortuni, che possono essere di entità differenti.


Ciò accade sia a livello di prime squadre, sia nel settore giovanile, a livello professionistico e dilettante.


Le domande che spesso molte persone si pongono riguardano le modalità d’intervento e le procedure da seguire per permettere all’atleta infortunato di rientrare con modalità e tempistiche adeguate.


Insieme a Gabriele Visioli, esperto professionista nella riatletizzazione sia a livello generale sia specifico per il gioco del calcio, si andranno a mostrare alcune dinamiche che entrano in gioco in queste situazioni.


Inoltre, si forniranno alcuni consigli che potranno essere utili quando ci si trova di fronte ad atleti che hanno subito un infortunio.


1. PROGRAMMAZIONE PER IL RECUPERO INFORTUNI

Prima di tutto, è importante capire quali siano le modalità corrette per attuare una programmazione efficace per la riatletizzazione di un calciatore.


Quando un atleta è pronto per cominciare il programma di riavvicinamento al campo, ci sono dei passaggi ben precisi da dover seguire:


  • la condivisione con lo staff medico risulta il primo punto fondamentale per la ripresa del giocatore, in quanto l’addetto al recupero infortuni deve essere sempre a conoscenza di ciò che viene riferito e riportato dal medico e dal fisioterapista,

  • per andare di pari passo ed avere costantemente feedback che permettono di continuare il percorso di riatletizzazione.


La programmazione principale parte dal medico, il quale fornisce il via libera per la ripresa.


In seguito il fisioterapista, dopo aver completato le sedute con il giocatore, si interfaccia con l’addetto al recupero infortuni, dando indicazioni precise su ciò che l’atleta può o non può svolgere.


A questo punto, vengono trasformate queste indicazioni in esercizi da eseguire con l’atleta, adattandoli in modo specifico alla persona che si ha davanti.


Durante e al termine della seduta, se possibile sarebbe necessario che vi siano momenti di scambio di idee e pareri tra il recupero infortuni e lo staff medico, per mantenere quell’ottica di condivisione necessaria per la ripresa dell’atleta.


La programmazione prevede sempre una crescita graduale: è importante conoscere la tipologia dell’infortunio del calciatore e le modalità di esecuzione degli esercizi adatti al recupero.


Questi sono parecchi, si comincia solitamente con esercizi di rinforzo a corpo libero, lavori in isometria a muro e in seguito si procede con l’inserimento di sovraccarichi.


2. CAPACITÀ CONDIZIONALI

Per la ripresa effettiva che porterà il giocatore a rientrare in campo, è essenziale seguire le tempistiche corrette e adottare una gradualità nello svolgimento degli esercizi anche in riferimento alle capacità condizionali:


  • innanzitutto bisogna valutare (sempre con lo staff medico) se il giocatore è già in grado di compiere della corsa sul campo oppure se sia meglio farlo lavorare sulla cyclette o, ancora, predisporre un lavoro in acqua per chi avesse a disposizione una piscina.


  • Per ottimizzare il recupero, poi, si lavora con esercizi di isometria che vadano a stimolare differenti distretti muscolari; dopo un confronto con il fisioterapista, si passa a lavori di rinforzo con l’utilizzo di elastici, lavori dinamici ed esercizi di core stability, attraverso i quali si riesce ad operare utilizzando diversi angoli di lavoro a livello muscolare.


  • Nella parte conclusiva della programmazione si procede con esercizi individuali sul campo: si valuta la qualità della corsa del giocatore, vengono predisposti esercizi di corsa con variazioni di velocità in progressione, accelerazioni e frenate, per poi passare ai cambi di direzione con angolazioni ridotte prima e più ampie poi, fino ad arrivare al cambio di senso.


  • se il giocatore risponde in modo positivo si procede con esercizi di salto e atterraggio, lavori di tecnica con la palla e tiro in porta.


  • Infine, se un movimento particolare ha causato l’infortunio al giocatore, si cerca di riprodurre tale evento traumatico in modo controllato ma con movimenti non prevedibili, che comunque si ripresenteranno successivamente quando rientrerà in campo.


3. TEST

Per quanto riguarda i test da eseguire, ne esistono molteplici e specifici per la ripresa del giocatore.


Però sono perlopiù medici e fisioterapisti che si occupano di questo aspetto: spesso infatti i giocatori arrivano dalla persona incaricata al recupero che hanno già compiuto differenti test con lo staff medico; è importante che vi sia condivisione con tutto lo staff riguardo i risultati dei test.


Ciò di cui si deve principalmente occupare l’addetto al recupero infortuni riguarda invece la valutazione di eventuali compensi che potrebbero insorgere durante la riatletizzazione e che porterebbero ad ulteriori problematiche muscolari-


Perciò deve essere molto attento sotto questo punto di vista per evitare che si manifestino dolori che non farebbero altro che ritardare la ripresa sul campo.


4. MENTAL COACH

L’aspetto mentale di un giocatore che deve recuperare da un infortunio è una delle parti più importanti e delicate lungo tutto il periodo di riatletizzazione.


Ciascun calciatore reagisce in modo differente di fronte ad un infortunio, perciò si deve essere sempre pronti ad agire con chiarezza ma positività: un primo punto fondamentale è essere sempre chiari e realistici con gli atleti, non bisogna mai dare false aspettative riguardo i tempi di recupero.


Durante questo percorso di riatletizzazione, è molto importante mantenere sempre alta l’autostima del giocatore, fargli percepire sensazioni positive, incrementando il più possibile il rapporto di fiducia.


Sicuramente, la tipologia d’infortunio influisce più o meno sulla mente e sui pensieri di un giocatore:


  • ad esempio, una problematica muscolare come, ad esempio, una contrattura o uno stiramento prevede tempi di recupero “brevi” (1-3 settimane) e quindi risulta più semplice trattare con la mente dell’atleta, seppur anche in questo caso si debba prestare particolare attenzione poiché si rischia di andare incontro alla voglia di ripresa celere da parte del giocatore;


  • è importante mantenerlo con i piedi per terra, perché anche se l’atleta si sente pronto mentalmente a riprendere, magari non lo è muscolarmente e rischia di passare da una lesione semplice ad una più complessa.


  • A volte, anche un solo giorno può essere fondamentale per la ripresa a pieno regime.


Quando si entra in contatto con giocatori che hanno avuto infortuni più gravi come, ad esempio, la rottura del legamento crociato, la gestione mentale dell’atleta diventa decisamente più difficile, soprattutto nel primo momento in cui il recupero sembra molto lento.


In questo caso è utile parlare spesso con il giocatore, mantenendo sempre la positività; la presenza di tutto lo staff medico risulta ancor più incisiva nel periodo di ripresa dello sportivo, in quanto l’attenzione mostrata nei suoi confronti permette di infondergli ancora più certezze.


Inoltre ci sono anche le cosiddette “recidive”, infortuni che si ripetono nel corso degli anni e che caratterizzano sempre lo stesso distretto muscolare.


Da questo punto di vista l’aspetto mentale è altrettanto complesso poiché è molto frequente che il giocatore entri in un “loop” negativo; la bravura di chi tratta con questi giocatori è sicuramente di mantenere sempre alta l’autostima dei ragazzi e lavorare con professionalità e positività.


Per avere certezze mentali, a volte capita anche che i giocatori si sentano più a loro agio ad essere seguiti da figure che conoscono da anni.


Ciò non presenta assolutamente una problematica, anzi, deve essere vista come un momento di condivisione e collaborazione che permette all’addetto al recupero infortuni di conoscere gli esercizi e le modalità di svolgimento della riatletizzazione del giocatore.


Così da avere un quadro completo di quello che è stato il percorso compiuto dal giocatore e condividerlo con i membri interni dello staff societario.


Infine, l’approccio mentale ad un infortunio dipende anche dall’età del giocatore:

  • un “veterano” conosce meglio il proprio corpo e riconosce spesso anche la tipologia d’infortunio al quale è andato incontro; spesso riesce a gestirsi anche nel momento del recupero e conosce in linea generale i tempi di ripresa.


  • Al contrario, un atleta più giovane inizialmente si mostra più spaventato in quanto non ha mai vissuto quel tipo di trauma e si mostra perciò più sofferente anche dal punto di vista mentale.


È fondamentale, quindi, che in ogni situazione che si presenti la persona che tratta con giocatori infortunati abbia sempre un atteggiamento positivo nei confronti degli atleti.


5. STAFF MEDICO

La collaborazione con lo staff medico, si è visto in precedenza, è una delle prerogative quando si tratta di riatletizzazione di un calciatore.


In ogni società questo aspetto viene gestito con modalità differenti, a volte medico e fisioterapista sono sempre presenti sul campo, altre volte invece è presente solo il fisioterapista o nessuno dei due.


Come fare per mantenere questo continuo rapporto con lo staff medico?


  • Se lo staff medico è presente sul campo, è consigliabile al termine di ogni seduta d’allenamento avere un momento di confronto e condivisione (se necessario, anche durante la seduta).


  • Se ciò non è possibile, diventa fondamentale la comunicazione al telefono.


Ciascuna persona che in quel momento sta seguendo la ripresa del giocatore deve essere a conoscenza dei progressi di quest’ultimo, in ogni momento; è importante anche per il calciatore, perché si sente seguito con cura e ciò lo conduce ad avere pensieri positivi in ottica di un futuro rientro in campo.


A tal proposito, anche il rapporto con il mister deve essere molto stretto a riguardo, anche lui deve essere a conoscenza dei tempi di recupero del giocatore.


Dal momento che il medico ha dato il via libera per la ripresa, il mister insieme a tutto lo staff deve compiere delle valutazioni per il ritorno in campo di un atleta.


Il recupero infortuni deve fornire una panoramica chiara della situazione del giocatore, con i lavori di recupero svolti, in quanto si potrebbe valutare di portare il giocatore in panchina per la gara.


Allo stesso modo, è importante che ci sia sinergia anche con il preparatore fisico, per capire quali lavori può compiere una volta rientrato sul campo oppure quali sarebbe meglio evitare o modificare.


La collaborazione tra tutti i componenti dello staff è, ancora una volta, uno strumento efficace che permette di lavorare in condivisione con serietà e professionalità e che permette di fare la differenza nel raggiungimento o meno degli obiettivi predisposti.


6. TEMPISTICHE DI RIENTRO

Generalmente, in riferimento alle tempistiche di rientro di un giocatore post infortunio ci sono delle tabelle specifiche anche se, in realtà, a queste tempistiche si affiancano sempre le sensazioni degli specialisti e dei giocatori.


I tempi di recupero variano a seconda della tipologia dell’infortunio:


  • Lesione muscolare (contrattura o stiramento): solitamente si prende in considerazione un periodo compreso tra i 13 e i 18 giorni per uno stiramento, mentre per la contrattura, se gestita in modo corretto, viene recuperata al massimo in una settimana


  • Strappi muscolari: in questo caso il recupero comincia a diventare più lungo, circa 3-4 mesi


  • Lesioni al legamento crociato: in caso di infortuni più importanti come questo, i tempi di recupero si aggirano intorno ai 6-8 mesi in base anche a valutazioni mediche


In generale, soprattutto per gli infortuni meno gravi come possono essere le contratture o gli stiramenti, le tempistiche possono aumentare o diminuire di qualche giorno in base ad alcune prospettive che devono essere valutate e analizzate da tutto lo staff:


  • se la valutazione del giocatore viene fatta ad inizio settimana e quindi ci sarebbero i giorni disponibili per il recupero, si può cercare di mettere l’atleta nelle condizioni di riprendere sul campo, provando a renderlo disponibile per la partita del fine settimana;


  • nel caso ci siano sensazioni negative durante la seduta, lo si ferma.


  • Se invece ci si trova a ridosso della partita, è molto più probabile che non si vada ad accelerare il recupero in quanto non ci sarebbero i giorni disponibili per il recupero completo del calciatore e quindi si utilizzano i giorni del fine settimana per completare la fase di recupero e mettere il giocatore a disposizione della squadra il lunedì.


7. PREVENZIONE

Un aspetto fondamentale per cercare di evitare infortuni muscolari è la realizzazione di esercizi di prevenzione, che possono essere svolti con modalità differenti.


Principalmente, è consigliabile svolgerli durante la fase di pre-attivazione attraverso l’utilizzo di elastici che vadano a mettere in funzione differenti distretti muscolari.


Oppure con esercizi di propriocezione attraverso l’utilizzo di tavolette propriocettive e/o bosu balance; sono molto utili anche lavori isometrici come il “sit wall”, il “bridge”, il “single leg bridge”, il “copenaghen” o, ancora, esercizi di core stability come il “plank”, eseguito nelle molteplici modalità che presenta;

in riferimento agli atleti che si ha davanti, i seguenti esercizi possono essere svolti dai 10” ai 20” per 3-5 ripetizioni.


Recupero infortuni con esercitazioni

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