Cosa è la metodologia operativa nel calcio?
- Raffaele Di Pasquale
- 10 dic 2024
- Tempo di lettura: 5 min
Aggiornamento: 11 dic 2024
Allenarsi nel, con e attraverso il gioco.
C’è l’allenamento tradizionale, che è analitico.
C’è l’allenamento integrato, dove viene “usata la palla”, ma le principali preoccupazioni non sono diverse da quelle dell’allenamento tradizionale.
Poi ci sono la “periodizzazione tattica” e la Metodologia Operativa, che sono un ulteriore passo in avanti nella ricerca di una proposta di specificità alla complessità del gioco del calcio.
Origini storiche
“Consapevolezza operativa delle specifiche operazioni con cui ognuno crea il suo pensiero”.
La Metodologia Operativa (M.O.) è un metodo di studio della mente umana radicalmente innovativo rispetto ai metodi tradizionali, quelli cioè della neurobiologia, psicologia cognitiva, linguistica, intelligenza artificiale e filosofia.
La M.O. è nata negli anni ’50, fondamentalmente per opera di Silvio Ceccato, il cui pensiero ha raggiunto la piena maturità negli anni ’60 e ’70.
L’evoluzione della M.0. continua sino a oggi grazie al contributo di altri ricercatori, che insieme costituiscono la Scuola Operativa Italiana (S.O.I.) e che attualmente si avvalgono del contributo delle neuroscienze.
Quest'ultime hanno suffragato le intuizioni della fenomenologia che ha sempre posto al centro della sua indagine speculativa: la corporeità, la temporalità, l’intenzionalità e l’empatia.
I risultati, pratici e teorici, che possono essere ottenuti adottando il punto di vista della M.0. nello studio della mente incarnata e del corpo situato e distribuito sono molti ed importanti.
In particolare, nel campo della didattica di molte discipline, specie di quelle motorie e sportive.
Il presupposto fondamentale della Metodologia Operativa è quello di concepire la mente umana come un qualcosa di attivo, che emerge dalla relazione dialogica tra corpo e ambiente.
Questa consapevolezza consente di sviluppare una mentalità meno rigida.
Più tollerante nei confronti degli altri e una maggiore adattabilità alle circostanze.
Le operazioni mentali, per la M.O., sono principalmente rappresentate da operazioni dell’attenzione, che tuttavia, secondo la S.O.1., ha un ruolo chiave non solo nella costruzione delle categorie mentali ma anche nella percezione.
Infatti, essa non va centrata sui contenuti da apprendere, ma sui processi che tali contenuti, oggetto d’esperienza, sono in grado di mettere in moto sotto forma di sfide degli equilibri consolidati.
Il concetto fondamentale è che la conoscenza umana, l’esperienza, l’adattamento, sono caratterizzati da una partecipazione attiva dell’individuo.
La conoscenza è attivamente costruita dal discente, e non ricevuta passivamente
dall’ambiente.
Le capacità del sistema non sono esclusivamente reattive (classificare e organizzare le informazioni in arrivo) ma sono funzionalmente anticipatorie e proattive.
Se la conoscenza è legata al contesto ed all’attività dell’individuo, non c’è mai un unico modo di fare qualcosa, non esistono quindi procedure di insegnamento fisse, meccaniche e standardizzate.
In quest’ottica perde la sua centralità la seduta tradizionale.
E’ infatti frequente che, durante un esperimento o un’attività di osservazione, gli studenti non sappiano letteralmente cosa guardare (in campo succede spesso…).
Ciò che per il docente è della massima evidenza, resta per gli alunni confuso in uno sfondo poco districabile di stimoli che potrebbero avere tutti la stessa importanza.
Ciò significa che l’apprendimento non può rispondere a standard e fasi predefinite, lineari e segmentate; al contrario, è necessario offrire a tutti le condizioni per seguire un proprio percorso individuale all’interno di un processo ricorsivo e reticolare.
All’interno di questo processo è fondamentale valorizzare la dimensione sociale della conoscenza, le potenzialità che può esprimere la squadra come gruppo, nell’imparare dagli altri e con gli altri.
Le relazioni interpersonali hanno un ruolo essenziale e costitutivo nella costruzione del pensiero, rispondendo al duplice bisogno del singolo di venire confermato e sentirsi parte di una certa comunità condividendone le trame di significati e di trovare in essa delle modalità che lo aiutino a realizzare le proprie potenzialità.
La principale finalità della Metodologia Operativa nel calcio
"Educare il giocatore a captare correttamente i movimenti dei compagni e degli avversari scegliendo l'opzione migliore tra le varie possibili".
Questa è la principale finalità della Metodologia Operativa!
Infatti, gli sport di squadra sono basati sulla capacità del giocatore di analizzare e decidere costantemente davanti a situazioni variabili.
Quindi, si tratta di cercare di preparare giocatori ad essere capaci di guardare, percepire ed analizzare gli avvenimenti in ogni situazione e di saper scegliere la soluzione migliore.
La mancanza di un'analisi approfondita su questi argomenti, sia a livello teorico che pratico, fatto salvo alcune eccezioni, ha impedito il rinnovamento.
Questo rinnovamento dovrà passare attraverso la formulazione di un nuovo processo formativo, che secondo la Metodologia Operativa deve essere costruito attorno alle seguenti coordinate:
rispetto e valorizzazione dell'esperienza individuale;
centralità del soggetto giocatore;
importanza dell'apprendere ad apprendere;
utilizzodi situazioni complesse di percezione;
proposte con un numero elevato di possibilità d'azione;
attenzione e rispetto del carico motorio e cognitivo.
Considerando che la missione dei tecnici sia quella di sviluppare un modello di allenamento che abbia l'obiettivo di ricostruire le tematiche della partita, cercando di trasmettere ai giocatori una formazione adeguata.
Inoltre, occorre far si che le sedute consentano di raggiungere ottimi livelli di prestazione, maggiormente rivolta allo sviluppo della dimensione cognitiva.
Ponendo, così, in secondo piano lo sviluppo della dimensione fisica, riducendo progressivamente le incertezze e le insicurezze che provoca il gioco ed ottimizzando il rendimento, attraverso la prospettiva del giocatore, cioè ottenere il massimo rendimento individuale e collettivo.
La più grande missione dell'allenatore è creare "cultura tattica".
Insegnare al giocatore ad interpretare le situazioni, dandogli più informazioni possibili e motivandolo a capire bene i principi del gioco. Far si che le esercitazioni proposte in allenamento siano adatte a raggiungere obiettivi specifici e vengano assimilate dai giocatori.
"Alla fine in campo decide il giocatore e non l'allenatore!"
Il migliore allenamento è quello che riproduce fedelmente una situazione nella quale il giocatore riesce ad ottimizzare certi meccanismi, da lui accettati e riconosciuti importanti per aiutarlo a risolvere quella situazione proposta.
Il conseguimento di questi obiettivi dipenderà dall'uso di una metodologia di campo specifica, che sia sostenuta dai principi del nostro gioco e che anteponga gli obiettivi tecnico-tattici a quelli fisici.
Un apprendimento consapevole, flessibile ed intelligente
Si tratta di un nuovo e diverso punto di vista del processo di insegnamento-apprendimento che fa riferimento alla Scuola Operativa Italiana, permettendo di compiere un notevole passo in avanti in termini didattici ed educativi, poichè persegue il rispetto e l'attenzione per le teorie dell'apprendimento collaborativo e cooperativo e l'adozione della strada dell'apprendimento significativo.
Trovano spazio l'educazione e la valorizzazione della esperienza e della sperimentazione individuali, nonché l'educazione della creatività attraverso la proposta del modello della scoperta e della ricerca guidata.
Il tutto per arrivare ad apprendimenti consapevoli, flessibili ed intelligenti.
Ora quando è che si verificano queste condizioni?
Si riscontrano ogni qualvolta, posto di fronte a quel tipo di problema io sono in grado, insieme ai miei compagni, di trovare la soluzione tattico-strategica più efficace.
Quale la differenza con il metodo tradizionale?
E' che con questa metodologia la soluzione del problema non è data aprioristicamente dall'allenatore, ma promossa e sollecitata attraverso l'educazione del cosiddetto processo di costruzione della conoscenza, che tiene conto di come funziona ed opera la mente nei suoi aspetti percettivi, attenzionali, motivazionali e di memoria.
Invece spesso l'allenamento viene utilizzato per formare calciatori addestrati ad accettare un lavoro monotono, noioso e privo di soddisfazioni personali.

Il senso della Metodologia Operativa è piuttosto quello di coniugare la libertà di scelta e la responsabilità della decisione nella continua ricerca di soluzioni in armonia con il progetto di gioco.
Tale indirizzo educativo si fonda su stili di insegnamento non direttivi e scelte metodologiche di tipo cognitivo e costruttivo con una gerarchia tra i diversi metodi didattici attivi nella convinzione che a ciascuno di essi corrispondono obiettivi ed effetti diversi.
L'accento è posto sull'idea del calciatore e della squadra quali attori e protagonisti attivi.
La metodologia è stata protagonista della serata di formazione di Mister Raffaele Di Pasquale con Coaches. Clicca qui per guardarla.
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